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Una passeggiata virtuale tra borghi e terre in mutamento

Da www.virtuquotidiane.it

Anche la Jane’s Walk diventa un viaggio virtuale tra borghi. La voglia di portare avanti questo progetto, patrocinato in Italia dall’Istituto nazionale di Urbanistica, ha portato il gruppo dell’Aquila a organizzare la seconda edizione il 16 maggio scorso su piazze virtuali, grazie anche al coinvolgimento di numerose associazioni del territorio.

Vista la situazione particolare del momento storico in cui viviamo, la passeggiata urbana è stato un viaggio nuovo, diverso e virtuale attraverso sei borghi aquilani. Un cammino tra presidi slow food, biodiverità, mutamento e sussidiarietà. Una passeggiata che è partita mettendo al centro del racconto la sussidiarietà, ovvero “il principio secondo cui il governo funziona meglio – in modo più responsabile e reattivo – quando è più vicino alle persone che serve e ai bisogni cui si rivolge” (J. Jacobs, 2004).

La sussidiarietà agisce quindi sulla cura della sfera e dello spazio pubblico e il cammino trai borghi diventa racconto delle risorse locali, della biodiversità, dei piccoli produttori e dei presidi. Una narrazione che ha permesso di scoprire i borghi aquilani e la storia di donne e di uomini che vivono e resistono in questi luoghi che rendono unico e speciale il nostro Abruzzo.

La passeggiata virtuale è “partita” dall’Aquila, dalla Casa delle Donne, per arrivare poi a Porta Barete e da qui muoversi verso Tornimparte, Campotosto, Castel del Monte, Santo Stefano di Sessanio, Navelli per poi tornare all’Aquila nella frazione di Paganica.

Ogni borgo, un presidio: qui si intreccia il concetto di partecipazione, di vita attiva e di consapevolezza delle risorse primarie e locali del territorio. Slow Food ci ha raccontato i sei presidi della conca aquilana: la salsiccia di fegato aquilana, prodotta anche a Tornimparte; la mortadella di Campotosto; il canestrato di Castel del Monte; la lenticchia di Santo Stefano di Sessanio; il cece di Navelli; il fagiolo di Paganica.

Non solo attrici ed attori della rEsistenza rurale e montana hanno discusso insieme del vivere queste nostre aree interne, ma anche urbaniste, educatrici, sociologhe, agronome, architetti, insomma figure che hanno raccontato di come la funzione di cura e tutela siano un atto politico fondamentale, da preferire all’automitologia machista e tossica della forza, unico modo per difendere un territorio, relegando la cura, e chi la esercita, ad un livello inferiore e subalterno.

Associazioni coinvolte: Fr.Azioni Fr.Intese, Slow Food L’Aquila e Green Peace L’Aquila, Donne TerreMutate, Archeoclub L’Aquila, Italia Nostra L’Aquila, TES Transizione Ecologica e Solidale, Cooperativa Mètis, Urban Center L’Aquila, Legambiente Beni Culturali Abruzzo, Ju Parchetto con Noi, Le Api nel Cuore, SAVE THE CHILDREN L’Aquila – Punto Luce Sassa, Cittadinanzattiva, Zero Rifiuti, Pronatura, CGIL L’Aquila, Pro Loco di Coppito, Presenza Femminista, Anpi L’Aquila ed Arcigay L’Aquila.


Pubblicato il 4 giugno 2020